La moderna società e i singoli attori che la compongono sono quotidianamente coinvolti in un numero incalcolabile di rapporti intersoggettivi. Tutti, per una ragione o per un’altra, sono costretti prima o poi ad interagire con le diverse forze che alimentano la società. In questo sistema socio-culturale, caratterizzato da un incessante perfezionarsi di interazioni, di scambi e di accordi, a farla da padrona sono due istituzioni: lo Stato e il mercato. A dispetto di quanto da taluni affermato, questi non debbono immaginarsi come gli indiscussi leader a cui fanno capo delle realtà inconciliabili tra di loro, di modo che, in un regime di netta separazione, il primo debba ritenersi impegnato a curare il paniere dei suoi rapporti e, dal canto suo, il secondo quelli che trovano in esso fonte e sorgente. Essi non si muovono su canali direzionali che, in quanto tendenti verso finalità opposte, sono paralleli e mai intersecabili. Di contro, lo Stato e il mercato interagiscono in maniera così frequente e intima che talvolta è persino arduo stabilire dove finisce l’uno e comincia l’altro; creano una matassa così intricata e labirintica che non sempre è consentito venirne a capo. L’analisi economica del diritto dimostra che il rapporto tra queste due istituzioni (entrambe laiche e globali) ha assunto nel tempo conformazioni diverse. Si è passati da una fase risalente in cui lo Stato manifestava noncuranza e disinteresse rispetto al mercato, ad una in cui il primo ha iniziato a riservare un’attenzione particolare al fenomeno economico sino al punto da sviluppare la capacità di modificare, a seconda dei casi, le “modalità di approccio” (intervento diretto od intervento indiretto). Il mutato approccio dello Stato nei riguardi del mercato, unitamente all’avvento dell’interesse legittimo e alla sempre crescente complessità organizzativa della pubblica amministrazione (oramai globale) ha avuto delle speculari ripercussioni di metamorfosi sul rapporto che lo Stato instaura a valle con i privati: il c.d. rapporto giuridico di diritto pubblico. Ed è proprio il rapporto di diritto pubblico a rappresentare il “filo di arianna” esistente tra lo Stato, il mercato e l’efficienza amministrativa. Nel saggio viene esaminata la disciplina dell’azione per l’efficienza della pubblica amministrazione di cui al D.lgs. n. 198/2009 solo dopo aver previamente analizzato i fattori giustificativi che stanno alla base dell’introduzione di tale strumento; fattori che coincidono con quelli che hanno determinato i mutamenti del rapporto di diritto pubblico.

Stato, mercato e class action amministrativa. Dalle «trasmutazioni» del rapporto di diritto pubblico all’homo oeconomicus dinnanzi all’inefficienza della P.A / Andracchio, Domenico. - In: GIUSTAMM.IT. - ISSN 1972-3431. - 7/2015(2015), pp. 1-78.

Stato, mercato e class action amministrativa. Dalle «trasmutazioni» del rapporto di diritto pubblico all’homo oeconomicus dinnanzi all’inefficienza della P.A.

Domenico Andracchio
2015

Abstract

La moderna società e i singoli attori che la compongono sono quotidianamente coinvolti in un numero incalcolabile di rapporti intersoggettivi. Tutti, per una ragione o per un’altra, sono costretti prima o poi ad interagire con le diverse forze che alimentano la società. In questo sistema socio-culturale, caratterizzato da un incessante perfezionarsi di interazioni, di scambi e di accordi, a farla da padrona sono due istituzioni: lo Stato e il mercato. A dispetto di quanto da taluni affermato, questi non debbono immaginarsi come gli indiscussi leader a cui fanno capo delle realtà inconciliabili tra di loro, di modo che, in un regime di netta separazione, il primo debba ritenersi impegnato a curare il paniere dei suoi rapporti e, dal canto suo, il secondo quelli che trovano in esso fonte e sorgente. Essi non si muovono su canali direzionali che, in quanto tendenti verso finalità opposte, sono paralleli e mai intersecabili. Di contro, lo Stato e il mercato interagiscono in maniera così frequente e intima che talvolta è persino arduo stabilire dove finisce l’uno e comincia l’altro; creano una matassa così intricata e labirintica che non sempre è consentito venirne a capo. L’analisi economica del diritto dimostra che il rapporto tra queste due istituzioni (entrambe laiche e globali) ha assunto nel tempo conformazioni diverse. Si è passati da una fase risalente in cui lo Stato manifestava noncuranza e disinteresse rispetto al mercato, ad una in cui il primo ha iniziato a riservare un’attenzione particolare al fenomeno economico sino al punto da sviluppare la capacità di modificare, a seconda dei casi, le “modalità di approccio” (intervento diretto od intervento indiretto). Il mutato approccio dello Stato nei riguardi del mercato, unitamente all’avvento dell’interesse legittimo e alla sempre crescente complessità organizzativa della pubblica amministrazione (oramai globale) ha avuto delle speculari ripercussioni di metamorfosi sul rapporto che lo Stato instaura a valle con i privati: il c.d. rapporto giuridico di diritto pubblico. Ed è proprio il rapporto di diritto pubblico a rappresentare il “filo di arianna” esistente tra lo Stato, il mercato e l’efficienza amministrativa. Nel saggio viene esaminata la disciplina dell’azione per l’efficienza della pubblica amministrazione di cui al D.lgs. n. 198/2009 solo dopo aver previamente analizzato i fattori giustificativi che stanno alla base dell’introduzione di tale strumento; fattori che coincidono con quelli che hanno determinato i mutamenti del rapporto di diritto pubblico.
2015
Stato; mercato; class action amministrativa
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Stato, mercato e class action amministrativa. Dalle «trasmutazioni» del rapporto di diritto pubblico all’homo oeconomicus dinnanzi all’inefficienza della P.A / Andracchio, Domenico. - In: GIUSTAMM.IT. - ISSN 1972-3431. - 7/2015(2015), pp. 1-78.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1601635
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